Nuove mostre / La poetica “di fuoco” dell’artista-soprano Silvia Pepe

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Conosco la musicista-artista-poetessa Silvia Pepe da qualche anno. Ci rivediamo un sabato mattina davanti all’Hyatt Centric Milano Centrale, in via Pirelli. Qui c’è la sua nuova mostra d’arte titolata “Vitriol Veritas” (ingresso libero tutti i giorni dalle ore 11 alle 20, resta aperta fino al 6 gennaio, le opere sono in vendita ovviamente). Un’ennesima sua iniziativa, presentata da un curatore stimato e competente, Luigi Pedrazzi, e questo mi dà garanzia ulteriore, anche se nel caso di Silvia le sorprese sono sempre sorprendenti. Lei arriva bella ed elegante, dall’aria francese, anche un po’ misteriosa. Ci vediamo per parlare del suo nuovo lavoro. Inizia il tour, all’interno del raffinato hotel, alcune sale al pianoterra sono dedicate all’evento. La sorpresa c’è, ad ammirare tutti i “pezzi insieme”. Come nascono? Una prima spiegazione. 

“Il fuoco, con la sua duplicità di creazione e distruzione, è sempre stato al centro della mia ricerca”, spiega l’artista, anche nel testo pubblicato sul bel catalogo. Questa fascinazione si traduce nell’impiego di materiali modellabili attraverso il calore, come il plexiglass, che diventa strumento per esplorare la multiformità della coscienza umana. Il fuoco diviene così non solo un mezzo tecnico, ma un elemento simbolico che connette le sue opere al tema del rituale. Il fuoco, elemento centrale nella ricerca di Silvia Pepe, richiama altresì la profonda connessione dell’artista con la cultura bulgara, e in particolare al rito del nestinarstvo. Questo antico rituale, caratterizzato dalla danza e dalla camminata a piedi nudi su braci ardenti, rappresenta per lei un ponte simbolico tra tradizione e trasformazione. Parallelamente, l’artista ritrova lo stesso potere del fuoco nelle manifestazioni popolari del Sud Italia, sua terra d’origine, dove esso viene impiegato per esorcizzare il male, conferendogli una valenza catartica e universale che permea le sue opere. E’ quel che si legge nella presentazione che il pubblico può rivedere per intero. 

(nelle foto: sopra opere di Silvia Pepe, sotto una suo foto-ritratto)

“Ogni mia opera con il fuoco è un rituale – afferma Silvia Pepe – un’esperienza che fonde simbolismo e performance”. L’interesse per la psicanalisi e filosofia – influenzato da autori come Artaud, Bataille, Lacan e Derrida – alimenta la dimensione concettuale delle sue opere. Pepe sottolinea come il rapporto tra coscienza e inconscio sia centrale nella sua ricerca: “Il fuoco, come la psiche, è duplice: crea e distrugge, illumina e consuma”.  

Silvia Pepe, nata a Milano nel 1988: artista visiva, compositrice, cantante lirica e performer, lavora principalmente con la combustione e la termoformazione di materiali plastici (plexiglass, vetroresina, pvc), parallelamente produce tele/sculture materiche espressioniste informali. I suoi lavori e progetti si concentrano sulla ritualità: strumenti/voci/corpo ed elettronica si fanno teatro dell’ancestrale. Fuoco a servizio di eros, trascendenza, distruzione e disvelamento dell’inconscio. E ancora. Ci avviciniamo a diverse opere, durante la promenade, alcune di queste, oltre alla bellezza – anche dei colori e dei giochi di luce che i materiali sfoggiano dopo essere stati trattati con il fuoco – hanno titoli che non passano di certo inosservati. Ogni lavoro ha un senso, frutto di una scelta ben precisa. Sfogliando il catalogo – sempre più in generale – come non vedere il motivo dell’astro nell’opera “L’occhio del sol”, richiama l’attenzione “My Heart” e altri ancora… Questo solo un accenno di quel che si potrebbe dire, per capire conviene fare un salto alla mostra di Silvia Pepe che, ricordiamolo, è un’artista a 360 gradi. La musica è stata la sua partenza (varie lauree in Conservatorio, pianoforte, composizione e canto), poi la scoperta delle arti plastiche con tecniche personali e l’uso del fuoco. Soprano di grande talento, è sempre in pista tra concerti, tour e incisioni (occhio a una delle ultime dedicate “Musorgskij: songs & Dances of Death”). A tutto questo, per non farsi mancare nulla, c’è la poesia. Proprio così: Silvia è anche poetessa, ed è in uscita una sua nuova pubblicazione. E’ questa la dimostrazione che chi possiede in sé il dono, autentico, dell’arte e ha qualcosa, da dire, alla fine, qualsiasi strada o linguaggio scelga – al di là delle tecniche da apprendere e le difficoltà da superare – prima o poi lo dice, lo dirà. A suo modo, anche col fuoco…