
C’è una stagione a Milano, un luogo che rappresenta bene per certi versi la “milanesità” e la sua poetica musicale, con le sue proposte, che riguardano l’ingegno del Novecento, con diverse aperture sull’oggi delle arti. Un luogo che dedica pure gustosi fuori-programma: si tratta dell’”Atelier musicale”, presso l’auditorium “Di Vittorio” della Camera del Lavoro. Edificio emblema del lavoro, di fronte a un altro luogo-simbolo della capitale lombarda, Palazzo di Giustizia. Ebbene, qui – in corso di Porta Vittoria 43, dove da oltre trent’anni l’associazione Secondo Maggio organizza la rassegna di cui sopra, oggi sabato – un giorno prima del 7 dicembre, data della tradizionale Prima della Scala, che quest’anno porta in scena “Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk” di Shostakovic – (dalle ore 17,30, ingresso libero fino a esaurimento posti) ci sarà uno spettacolo dedicato a Enzo Jannacci (1935-2013), cantautore, cabarettista, pianista, attore, sceneggiatore e medico italiano nato a Milano, tra i maggiori protagonisti della scena italiana del Dopoguerra. A omaggiarlo, un duo campione della “poetica alla milanese”, ovvero: il cantastorie Alessio Lega e il pianista-compositore jazz Enrico Intra, con la partecipazione del giornalista-scrittore noir Piero Colaprico, direttore del Teatro Gerolamo, dopo una lunga carriera nel quotidiano “La Repubblica” (è stato anche inventore del termine “Tangentopoli”). Due note sui protagonisti. Cantautore dal forte impegno sociale ed esistenziale, Lega è pure interprete di canzoni popolari e di autori italiani del passato e realizza adattamenti in traduzione italiana di pagine di Brel, Brassens e Ferré. Nel 2004, nel suo esordio discografico con il cd “Resistenza e amore”, ha vinto la Targa Tenco (nel 2019 ha fatto il bis nella categoria “interpreti di canzoni non proprie”). Questa volta il suo sguardo si rivolge a Enzo Jannacci come figura di cantore delle vite degli ultimi, di artista dall’immaginazione surreale, di protagonista di una Milano della canzone che era culturalmente vivacissima. Il programma che Lega proporrà con Rocco Marchi alle tastiere e Guido Baldoni alla fisarmonica, riprende integralmente quello, ormai storico, che nel 1964 consacrò Jannacci: 22 canzoni, concepito per lui da Dario Fo, andato in scena al Gerolamo e poi documentato su disco. Un recupero storico notevole, che si arricchirà della significativa testimonianza di Colaprico, autore di diversi romanzi, tra cui i racconti del maresciallo Binda, con i primi tre volumi scritti a quattro mani con Pietro Valpreda. E ancora. Altrettanto importante sarà l’intervento di Enrico Intra, uno dei maestri europei del jazz, che di Jannacci era amico e con cui, fin dalla nascita del Derby Club (fondato proprio da Intra, nel 1962, con il nome di Intra’s Derby Club) ha più volte collaborato, anche in epoche recenti. Quello di sabato dunque sarà un concerto-spettacolo che mantiene viva, senza alcuna retorica, la memoria di una personalità della canzone d’autore italiana. Si potranno ascoltare brani come “El purtava i scarp de tennis”, “L’Armando”, “Sfiorisci bel fiore” e pezzi con testi e musica scritti da altri grandi come il regista Giorgio Strehler e il “suo” compositore Fiorenzo Carpi, ma anche il drammaturgo-attore Dario Fo, dunque “Ma mi”, “La Luna e la lampadina” e “Sei minuti all’alba”. Di più.Si diceva l’auditorium “Di Vittorio” e l’”Atelier Musicale”, luogo ed evento dedicato alla milanesità, alla cultura del Novecento alla musica d’arte storica ma anche contemporanea. Qualche esempio ancora, per far capire meglio. Recentemente degno di nota lo spettacolo dedicato al poeta-regista Pier Paolo Pasolini con musiche del compositore Alessandro Solbiati, presto ci sarà la proposta sui “Cento anni di Miles Davis” (7 febbraio 2026), da non mancare anche “Quattro Tempi-La musica del Novecento” con tra gli altri il pianista jazz Antonio Zambrini e il contrabbassista Tito Mangialajo Rantzer, musiche di Puccini, Schoenberg, Berio e Copland, secondo gli arrangiamenti di Tino Tracanna (prima esecuzione a Milano).


